Centrale di Trigenerazione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna
Viste le peculiarità della struttura ospedaliera, importante riferimento per la città, l’amministrazione pubblica ha ritenuto necessario effettuare lavori di riqualificazione per restituire ai cittadini un’azienda sanitaria rinnovata, sostenibile, efficace, innovativa, socialmente utile. Si è deciso di ricorrere allo strumento del project financing, attraverso un modello di partenariato pubblico-privato che ha permesso di reperire le risorse per un’opera di tali dimensioni (valore dei lavori di oltre 27,6 milioni di euro.) La sfida lanciata dall’AOU è stata raccolta dall’ATI Manutencoop/Siram/Iter che propone un progetto di forte impatto sia dal punto di vista tecnologico che di sostenibilità ambientale.
La soluzione di Siram
La nuova centrale termica ipogea, che unifica le due precedenti, si trova a 12 metri sotto terra. I Lavori sono stati avviati nel 2014 e l’impianto sarà a pieno regime nell’estate 2016 con l’entrata in funzione del sistema di trigenerazione che garantirà anche il condizionamento dei 30 padiglioni che accolgono gli oltre 1.750 posti letto.
La soluzione proposta cambia radicalmente lo stato attuale – caldaia e distribuzione a vapore – attraverso la realizzazione di una centrale trigenerativa composta da due motori di cogenerazione a metano e da oltre 3.3.MW elettrici 2.9 MW termici con due gruppi frigoriferi monostadio da circa 2MW. Inoltre, viene rinnovato anche il sistema di condutture che trasportano il riscaldamento e la refrigerazione tra la centrale e i padiglioni ospedalieri.
Benefici per il cliente e la collettività
A regime il nuovo sistema offrirà una notevole serie di vantaggi: innanzitutto un significativo risparmio energetico – in termini di energia primaria, elettrica o termica da 18.023 a 13.160 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno (ossia il 27% in meno dei consumi attuali), un miglioramento del bilancio ambientale con riduzione di emissioni di gas serra da 7.164 a 5.575 tonnellate di CO2 equivalenti all’anno, ovvero il 22% in meno.